Password e hacker: la solita storia?
Attenzione: la password deve contenere almeno una lettera, un numero, un carattere speciale…
Alzi la mano chi non ha mai sbuffato alla vista di quel noioso messaggio che avvisa della scarsa sicurezza della password scelta. Una seccatura, che costringe a inventarsi ogni volta sigle e cifre sempre più lunghe e intricate, con matematico esito di immediata dimenticanza.
A chi mai importerà del mio account? Ce lo chiediamo tutti, esasperati, mentre con sguardo confuso e arrabbiato rispondiamo alla pigra meccanica della registrazione, che proprio non ne vuole sapere di venirci incontro.
Deve averlo pensato anche Mark Zuckerberg, quando ha deciso che l’elaboratissima password Dadada sarebbe stata perfetta da ricordare per i sui login in Twitter, Linkedin, Instagram e Pinterest. E chissà cosa avranno pensato gli hacker che si sono trovati proprio i suoi dati tra le mani, quando hanno provato con successo ad entrare negli account del miliardario proprietario di Facebook.
Una missione tutt’altro che impossibile, in grado di generare immediatamente il solito tamtam di regole e buoni consigli tra le varie testate giornalistiche, che visto il tempo incerto hanno virato la loro attenzione dai consigli anti afa alla tecnologia. E quindi tutti a ricordarsi di proteggere i propri dati con password lunghe, complesse, piene di lettere e numeri, diverse tra i vari servizi e, cosa facilissima viste le precedenti norme, velocemente memorizzabili.
Uno scherzo, no? Evidentemente non proprio, se anche uno dei più acclamati sviluppatori del mondo è caduto in una trappola tanto banale…