Twitter salverà Sense8?

Sense8, serie prodotta dalla piattaforma di streaming Netflix e diretta dalle sorelle Lana e Lilly Wachowski (già registe di Matrix), è stata cancellata dopo due sole stagioni e lo sdegno dei fan non si è fatto attendere. Su Twitter si è scatenata una tempesta a suon di #BringSense8Back.

Twitter è stato anche il mezzo attraverso cui alcuni membri del cast e dello staff di Netflix hanno tentato di spiegare al pubblico il motivo della cancellazione dello show: costi di produzione troppo alti e ascolti insufficienti. Lo ha confermato anche l’attore Brian Smith, con un tweet ovviamente.

Sense8

Di cosa parla Sense8 e perché piace al pubblico?

Per chi non ne avesse mai sentito parlare, Sense8 è una serie di fantascienza, ambientata in diversi luoghi del mondo, che racconta le vicende di otto uomini e donne legati tra loro da una connessione telepatica. Il potere permette loro di comunicare e incontrarsi nonostante le migliaia di chilometri che li separano. Come in ogni narrazione che si rispetti, però, ci sono degli antagonisti capitanati da un sedicente dottore che tentano in ogni modo di distruggere la cerchia, sottoponendo uno o più membri a una lobotomia.

sense8

Sense8 è una serie che rappresenta la diversità e temi universali

Oltre alla trama avvincente, Sense8 tratta temi “cult” come il legame tra genitori e figli, il lutto, l’amicizia, l’amore e lo fa rappresentando in modo verosimile e inclusivo la popolazione mondiale. I personaggi appartengono a etnie diverse, alcuni di loro sono omosessuali, uno è una donna transessuale (interpretata da un’attrice transessuale, particolare non così scontato).

I motivi per cui i fan si sono appassionati alla serie non mancano e il loro scontento è comprensibile, tanto più visto il finale poco chiaro della seconda stagione. La battaglia a suon di tweet continua ed è stata perfino lanciata una petizione online per spingere Netflix a ritrattare la sua decisione.

Per ora la piattaforma di streaming che ha prodotto Sense8 sembra irremovibile: chissà se Twitter riuscirà a far cambiare idea a Netflix.

Perché abbiamo bisogno di tempo libero per pensare a nuove idee?

Il tempo libero, inteso come spazio in cui dedicarsi a tutto ciò che si desidera tranne il lavoro, diventa sempre meno con il passare degli anni. Telefono, computer, internet e da qualche anno anche smartphone ci hanno permesso di essere sempre raggiungibili e hanno distrutto il confine tra ore di lavoro e tempo libero.

Il tempo libero

Tuttavia già negli anni Quaranta la questione era cruciale: se da un lato in Canada veniva coniato il termine workaholic, dall’altro il filosofo tedesco Josef Pieper pubblicava un saggio dal titolo Leisure, the basis of culture. Nell’opera il filosofo sottolinea il fatto che nell’antica Grecia il tempo libero veniva chiamato σχoλη, scholé, e che dal termine sono derivate la schola latina e poi scuola, school, ècole…

Il tempo libero, per i greci, era utile per imparare e scoprire. Un ideale che non si discosta dalle dichiarazioni di scrittori, inventori e altre grandi menti che ammettono di aver avuto le idee migliori proprio mentre erano impegnati a fare altro. Da Louis Stevenson che immaginava i suoi romanzi in sogno, fino alla vasca da bagno di Pitagora.

Perché è importante per coltivare nuove idee

Perché abbiamo bisogno di tempo libero per pensare a nuove idee? Beh, prima di tutto è necessario che la nostra mente sia libera dalle incombenze e dai pensieri legati all’immediato per potersi concentrare su idee nuove.

E poi non va sottovalutata l’importanza degli stimoli a cui non siamo abituati: se restiamo sempre nello stesso ambiente, sottoposti a influenze che non cambiano mai, diventa difficile pensare a idee e scenari diversi e più innovativi.

Infine, uscire dalla nostra comfort zone (e dalla routine) ci permette di incontrare nuove sfide a cui rispondere con soluzioni a cui non abbiamo mai fatto ricorso prima.

Ecco perché un momento in cui il lavoro diventa sempre più presente e il tempo libero è spesso risicato, è importante ricordarsi di prendersi una pausa per dedicarsi a quello che si ama, ma anche ad attività nuove. In questo modo, infatti, possiamo permettere alle nuove idee di prendere forma e fiorire.