Vintage che passione!

Il mondo della tecnologia è quello che più di tutti subisce una continua evoluzione, con cambiamenti a volte anche drastici. Nell’ultimo periodo però, oltre a tante novità abbiamo assistito anche a grandi ritorni. Il vintage non è una tendenza che coinvolge soltanto stilisti e fashion blogger, ma anche gli appassionati dell’high-tech. Ecco quindi alcune chicche imperdibili perché si sa, l’old style non passa mai di moda!

Esiste qualcosa di più vintage del camioncino Volkswagen? È notizia dell’ultima ora la produzione di un nuovo modello ibrido e driverless. Il Volkswagen ID Buzz, presentato al salone di Detroit 2017 e ovviamente ridisegnato in chiave high-tech. L’interno sarà abitabile da otto persone e dotato di tutti i comfort: sedili che si trasformano in tavolini, chaise longue o letti, un drive pad al posto del volante e un head up display che proietta indicazioni sovrapponendole alla visuale della strada. Vintage ma non troppo, per viaggi in grande stile! Per un weekend alternativo o una vacanza spensierata, potrebbe essere esattamente quello che fa per voi…

Altro oggetto dal profumo old style è il giradischi, stile American Graffiti. Le case discografiche e Amazon hanno registrato un aumento nelle vendite di vinili nell’ultimo periodo. Questo vuol dire che, soprattutto fra gli appassionati e i puristi, il giradischi non è solo un ricordo. Sempre in tema di musica, avete ceduto anche voi al fascino delle cuffie beats? Direttamente dagli anni ’80, sono amate soprattutto dai giovanissimi e sembrano resistere anche alle nuove tendenze, con buona pace di Apple e delle sue AirPods.

Dalla musica alla fotografia: siamo lungimiranti oltre che creativi, infatti avevamo già parlato della rinascita della Polaroid, l’intramontabile macchina fotografica istantanea di cui moltissimi hanno apprezzato il ritorno.

E ancora telefoni, macchine da scrivere, altoparlanti oppure orologi… Vista tutta la creatività espressa dai designer oggi, chissà come quelli del futuro sapranno rivedere i nostri nuovissimi devices. Sicuro è che il passato non tramonta mai: anche gli amanti della tecnologia hanno un lato vintage e nostalgico, va solo scoperto!

Quando il selfie uccide… la poesia

Esistono ancora luoghi al riparo dai selfie? Il bagno, le vacanze, l’auto, l’ufficio: nessuna parete sembra essere in grado di fare da scudo alla fotocamera di certi smartphone, e non sempre con risultati esaltanti. Se è vero che non c’è limite alla fantasia delle persone, è anche vero che la toilette di un bagno pubblico non è proprio il luogo ideale per sfoggiare un nuovo taglio di capelli!

Passi la foto con la duck face, quell’espressione che vorrebbe imitare un bacio ma che troppo spesso risulta a metà tra un papero sorpreso fuori dal suo habitat e una rigenerante bevuta a base di succo di limone, o l’autoscatto in palestra con trucco e capelli freschi di piega, vero quasi quanto i selfie a tradimento delle star appena sveglie… Tutte espressioni (purtroppo) entrate nella quotidianità del nostro feed, ma capaci anche di strapparci un sorriso.

Cosa succede però quando si esagera? La risposta è tanto facile quanto imbarazzante, etichettata con l’hashtag #aftersex: fenomeno partito dalle celebrità e diventato una prassi comune (e non solo chi mastica l’inglese capisce di cosa stiamo parlando…). Attenzione però che l’agguato è dietro l’angolo: della compagna ufficiale in caso di scappatelle o dei genitori se siete nel mezzo delle prime love stories. Perchè è vero che sono le parole ad uccidere la poesia di un amore, soprattutto se anticipate dal socialissimo cancelletto!

Altro tema scottante, di nome e di fatto, è quello legato alle foto estreme: selfie pericolosi, che possono creare più di qualche grattacapo, soprattutto se nel tentativo di immortalarvi accanto ad una granata finite col farla brillare, e non di certo grazie al flash! Ed è vero che il premio è vincere un prestigiosissimo Darwin Award, ma siamo sicuri che valga la pena di rischiare?

Blue Monday: giorno più triste dell’anno

Vi siete alzati dal letto con il piede sbagliato? Non capite come mai è da tutto il giorno che ce l’avete con il mondo intero? La spiegazione arriva direttamente dalla scienza: oggi è il Blue Monday, secondo gli esperti il giorno più triste dell’anno.

Il terzo lunedì di gennaio sarebbe il giorno peggiore dell’intero anno per una serie di ragioni. Anzitutto il meteo: si sa il freddo e il gelo non aiutano ad essere di buon umore. Poi ci sono le eccessive spese natalizie: ci renderemmo conto solo ora di tutti i soldi sborsati tra regali, pranzi e cene. Infine i propositi per l’anno nuovo: porre l’asticella troppo in alto ci fa ovviamente fallire, meglio optare per progetti alla nostra portata. Nato nel 2000, dal calcolo di Cliff Arnall, psicologo dell’Università di Cardiff, il Blue Monday si baserebbe su una serie di calcoli matematici che prendono in considerazione questi aspetti.

Il paese più suscettibile al Blue Monday è la Gran Bretagna. Infatti aumentano le assenze dagli uffici e dalle scuole. Ma siamo sicuri che si tratti di verità? Non proprio, già nel 2006 i giornalisti di Wired sollevarono qualche dubbio. Secondo loro si tratterebbe di un’astuta campagna pubblicitaria ideata da Sky Travel. La compagnia di viaggi decise di promuovere questo “studio” per convincere i propri clienti della base scientifica della loro tristezza, da fronteggiare con una vacanza. Inoltre non chiara, secondo Wired, sarebbe anche la paternità dello studio: Arnall avrebbe ammesso di aver posto la propria firma su uno studio già scritto e quindi non condotto da lui. Anche  l’Università di Cardiff ha poi preso le distanze, per non vedere più il proprio nome associato a questa ricerca.

Tralasciando le polemiche, il Blue Monday può essere un occasione di riflessione. Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria, dopo aver sottolineato l’evidente impossibilità di stabilire su fondamenta scientifiche il giorno più triste dell’anno, afferma: «La tristezza è un’emozione come le altre, per questo va rivalutata. È giusto accogliere in noi un arcobaleno di emozioni, incluse quelle blue, quelle più tristi, perché così potremmo dare valore a tutte le altre». In poche parole non ci sarebbe felicità senza tristezza.

Verità o bufala, non vi resta che celebrare questo Blue Monday scoprendo o riscoprendo una canzone del lontano 1983, dei New Order, dal titolo più che azzeccato Blue Monday.

 

Incubo da rientro: si può sopravvivere

I lavoratori fortunati sono stati graziati da vacanze natalizie lunghissime, dal 24 dicembre all’8 gennaio. I meno sono riusciti ad avere solo alcuni giorni liberi. In ogni caso oggi ci troviamo tutti di fronte a una triste verità: le vacanze di Natale sono ufficialmente finite. È il lunedì del grande ritorno, tutti pronti varcare le porte degli uffici. Dopo pranzi e cene, vacanze, visite a parenti ed amici bisogna rimboccarsi le maniche ed accettare la dura realtà. Però, forse non tutti sanno che è possibile rendere il rientro meno traumatico, basta seguire qualche semplice regola.

In primis non fasciarsi la testa prima di romperla. Durante le vacanze di Natale hai dimenticato tutto, ma da qualche ora non riesci a non pensare alle migliaia di email da leggere che troverai appena accenderai il pc? Ti ossessionano le scadenze che non sei riuscito a chiudere prima di andare in ferie? Calma e sangue freddo, una cosa alla volta si riesce a fare tutto, diceva la saggia nonna. Ordina le scadenza secondo la loro importanza, lo stesso con le email: alcune cose possono aspettare ed essere rimandate. Concentrati sul lavoro che stai facendo, senza spostare la mente su quello che dovrai fare dopo e dopo ancora.

Non pensare continuamente a che splendide vacanze di Natale hai trascorso e soprattutto non raccontare tutti i singoli dettagli ai tuoi colleghi: non interessa a nessuno il maglione infeltrito regalato dalla suocera o i tortellini in brodo cucinati dalla zia per il pranzo di Capodanno. Le feste ormai sono passate, bisogna avere la forza di guardare oltre ed andare avanti, ce la puoi fare!

Coccolati un pochino. Magari prima di entrare in ufficio potresti fare colazione al bar e ordinare quella brioche alla crema a cui rinunci sempre (tanto la dieta è già andata a ramengo durante le vacanze di Natale). Oppure andare a fare shopping in pausa pranzo, sono anche iniziati i saldi! Da prendere in considerazione anche l’attività fisica: sprigionando endorfine, ci fa tornare di buon umore e soprattutto è utile per recuperare la forma fisica e smaltire la brioche alla crema di prima.

Infine una buona notizia c’è in questa triste giornata: il 2017 è l’anno dei ponti. Il 25 aprile è martedì, il 1 maggio lunedì e il 2 giugno venerdì: puoi iniziare a programmare weekend in giro per l’Italia e l’Europa.

Forza e coraggio, siamo tutti sulla stessa barca.