I libri si scrivono in emoji
3.300 pagine di emoji, o quasi: la Bibbia si racconta con le faccine, in un libro chiamato Le Scritture per i Millenials, ovvero dedicato ai ragazzi nati dagli anni Ottanta in poi.
Un progetto decisamente insolito spiegato in questi giorni dall’autorevole Guardian, con un suo account Twitter dal seguito in crescita, ma non il primo: è in progress infatti anche la traduzione della favola di Pinocchio di Collodi, da parte di tre ricercatori italiani e con l’aiuto degli utenti del social cinguettante.
Prima di cimentarsi con i classici si era provato a tradurre il discorso di Barack Obama sullo Stato dell’Unione, mentre l’artista cinese Xu Bing è riuscito a “scrivere” un romanzo direttamente in emoji dall’esplicativo titolo Una storia senza parole.
C’è chi sostiene che le emoji siano uno strumento di comunicazione universale e chi si augura che queste opere tra cent’anni vengano più che mai capite e apprezzate: quello che è certo è che comunicare con le faccine sia, più che una moda, un reale cambiamento del nostro modo di esprimerci. Se in meglio o in peggio, questo è ancora tutto da verificare…