Google Books: una questione di copyright

Google Books e la legislazione del copyright: già si parla della “rivincita di Google” in riferimento alla storica decisione della Corte Suprema americana di non dare seguito alla denuncia dell’Authors Guild, l’associazione di autori più prestigiosa oltreoceano, nei confronti di Google Books. Una notizia divulgata la scorsa settimana, proprio qualche giorno prima della Giornata Mondiale del Libro e del diritto d’autore, che dal 1996 cade ogni anno il 23 Aprile.

Il caso ha ormai i suoi anni (una dozzina, senza voler essere troppo precisi) e affonda le radici nel malcontento di diversi autori che non hanno mai digerito la decisione di big G di scansionare migliaia di testi per poterli rendere fruibili agli utenti. Un principio molto simile a quello delle biblioteche, nato proprio con degli accordi con alcune strutture molto prestigiose come Harvard e Stanford, che secondo gli autori però si scontrava con la proprietà intellettuale.

La Corte Suprema si è invece pronunciata in favore del “fair use“, ossia dell’interesse pubblico alla conoscenza, dando nuovo slancio a un progetto che ha già portato al pubblico qualcosa come venti milioni di libri in digitale senza limitarsi alla mera scansione, ma indicizzando i testi e analizzando i dati così da fornire un servizio di ricerca puntuale.

Restano ancora strascichi su questa vicenda, che riguardano per lo più l’aspetto etico di una multinazionale a capo di un patrimonio culturale così vasto, ma una cosa è certa: dopo questa decisione definire la legislazione del copyright diventerà ancora più arduo.

 

Come fare coworking con gusto

È passato poco più di un anno dal nostro annuncio di collaborazione con il rinomato chef Andrea Frizzarin: una partnership nata da stima e rispetto reciproco che ci ha aperto a nuove idee e ampie prospettive. Perché un grande chef e un’agenzia pubblicitaria insieme possono architettare gustose sorprese, e noi non ci siamo certo fatti sfuggire l’occasione.

Così, un po’ per passione, un po’ per caso, durante i nostri incontri di lavoro è nato un nuovo modo di pensare agli eventi in coworking: una sinergia imbattibile, che schiera da un lato tutta la competenza e la professionalità dell’agenzia pubblicitaria, dall’altro la maestria e l’inventiva in cucina.

Ingredienti sicuramente di ottima qualità e allo stesso tempo imprevedibili ma che, mescolati con sapienza e cotti a puntino, sanno dare vita a momenti sublimi e accattivanti, divertenti sia per lo staff che, soprattutto, per gli invitati.

Le formule sono le più varie: showcooking, lezioni di cucina, aperitivi o cene sfiziose. Insieme sappiamo accontentare qualsiasi palato e far fronte a qualsiasi esigenza, unendo al duro lavoro per la buona riuscita del progetto il sorriso e l’entusiasmo di chi ama il proprio mestiere.

Cosa aspettate a essere dei nostri? Abbiamo molte sorprese in programma ma, per adesso, vi lasciamo con qualche assaggio direttamente dalla nostra gallery.

Render 3d: diamo forma alle vostre idee!

Un render 3d è forse lo strumento più efficace per poter toccare con mano un’idea prima della sua realizzazione vera e propria. Immagini altamente realistiche che possono spaziare in vari campi di applicazione (ad esempio le costruzioni edili, l’ambientamento di locali vuoti, oppure forme visionarie, capaci di descrivere un concetto o un’idea) i render sono in grado di interpretare le idee creative e dare loro forma.

Riuscire a fornire un servizio all’avanguardia non è cosa da poco: per questo siamo fieri della nostra collaborazione con Davide Pezza, autore degli elaborati che vedrete a fondo pagina e professionista nel settore del design tridimensionale, forte di un bagaglio di esperienza tecnico stilistica che gli consente di rappresentare praticamente tutto.

Dalle ambientazioni simulate per riviste d’arredamento alla riproduzione di oggetti con un realismo quasi fotografico, passando per disegni e grafiche nati da bozzetti realizzati a mano libera, l’effetto ottenuto è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza creativa, stilistica e grafica.

Il risultato per noi è eccezionale, ma vogliamo lasciare che siate voi a giudicare:

 

Hai partecipato alla #MuseumWeek?

Chi frequenta abitualmente la piazza virtuale di Twitter non può non aver notato l’hashtag #MuseumWeek2016, che la scorsa settimana ha registrato numeri vertiginosi di condivisione, tanto da diventare di tendenza.

Già visitando l’account ufficiale Twitter dell’iniziativa si ha la percezione che qualcosa di nuovo si muove nel mondo dell’arte: il primo evento culturale mondiale sui social network, nato in Francia e cresciuto nel Mondo, è ormai giunto alla sua terza edizione, tra consensi e crescita di adesioni.

Cos’è la #MuseumWeek? Un evento social mondiale senza precedenti, dedicato alla valorizzazione del patrimonio culturale dei diversi Paesi del mondo, e che in Italia ha coinvolto nell’edizione appena conclusa oltre 300 musei con iniziative incentrate sui valori della tolleranza e dell’amore per l’arte.

Sette giorni di evento per sette temi differenti, lanciati con altrettanti hashtag: #secretsMW, #peopleMW, #architectureMW, #heritageMW, #futureMW, #zoomMW e #loveMW. Curiosità, notizie, anticipazioni, storia, backstage, mostre in corso, video, opere d’arte, restauratori, ma anche famiglie, bambini e gente comune sono stati i protagonisti della rete per la settimana dedicata ai musei, che si è chiusa il 4 aprile proprio in concomitanza con la prima domenica di musei gratuiti di Primavera che, nemmeno a dirlo, ha registrato un record di adesioni sia nei rinomati siti di Roma e Pompei o Caserta, sia in aree archeologiche meno “di tendenza”, come Genova, Torino o Milano.

Tanta gente e molte code, che per una volta hanno fatto sorridere invece che innervosire. Con la #MuseumWeek ha infatti vinto la cultura, ed è un successo che tutti meritano di celebrare!