ThE UnsEnsE
Lo so, mi ero ripromesso di buttare giù due righe su “Procrone“, il nuovo EP dei ThE UnsEnsE, ad orecchie calde non appena l’avessi ascoltato, ma mi rendo conto ora che sarebbe stato impossibile.
Il primo estratto di due tracce che precede l’uscita dell’attesissimo album “Betelgeuse“ è una vera bomba atomica di sonorità ricercate, provenienti da interi armadi della memoria, ricchi di ricordi, alternati con ventagli di suoni corrotti e distorti, come vuole la tradizione ThE UnsEnsE.
Si parte con “One” un pezzo potente dalle sonorità vagamente ’90 in cui il frontman Samuele da sfogo a tutti i suoi virtuosismi vocali, che ricordano in qualche modo un incrocio tra Serj Tankian dei primi SOAD e Jonathan Davis dei KoЯn.
La intro spettrale è solo il preambolo di una doppia traccia vocale, un’eco dal profondo che cattura ed inquieta allo stesso tempo.
Ma il vero pezzo da novanta (e non gli anni) del quintetto di Laveno ti aspetta dietro l’angolo della prima traccia: Procrastinatosi, un pezzo corale, frammenti di una storia che piano piano vanno a ricomporsi con la durata del brano, note lunghe e ben distese, voce vibrata e sonorità che pescano qua e là dagli ultimi sessant’anni di musica, strizzando l’occhio ai ’50.
Quali fossero i sentimenti che mi hanno pervaso una volta terminato di ascoltare l’EP li ho compresi solo dopo un po: Attesa e curiosità. Più volte mi sono trovato a canticchiare “estaticaaaa estaticiiii” e attendo quindi con curiosità l’uscita di “Betelgeuse” perchè se il buongiorno si vede dal mattino oggi sicuramente è una giornata estatica.
Intanto nell’attesa vi rimando al link SoundCloud del gruppo.